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I fratelli Grimm, Jacob (1785-1863) e Wilhelm (1786-1859), nascono in Germania ed hanno entrambi una formazione in studi giuridici, prima di dedicarsi alla letteratura, loro vera passione. Svolgono importanti ricerche e studi sulla lingua e la grammatica tedesca, componendo un dizionario che costituisce una pietra miliare per la costruzione del tedesco attuale.
Nei primi anni dell’Ottocento, i fratelli Grimm decidono inoltre di dedicarsi alla riscoperta e trascrizione delle fiabe della tradizione, principalmente tedesca, fino ad allora tramandate soprattutto oralmente. Il frutto delle loro ricerche è la pubblicazione, tra il 1812 e il 1815, della celeberrima raccolta di fiabe popolari Kinder und Hausmärchen, conosciuta in Italia con il titolo di Fiabe del focolare. Muoiono a pochi anni di distanza l'uno dall'altro e oggi sono sepolti a Berlino, nell’antico cimitero monumentale di San Matteo.
La prima edizione della raccolta Fiabe del focolare dei fratelli Grimm esce nel 1812, ma l'enorme attività di studio, selezione, rielaborazione e trascrizione di questi importanti autori tedeschi dura per oltre 40 anni, fino all'ultima edizione del 1857. Per la loro ricerca si servono soprattutto dei racconti tramandati oralmente dagli anziani, oltre che di alcuni documenti antichi. All’inizio il loro interesse si rivolge a tutte le fiabe della tradizione europea, mentre in seguito preferirono occuparsi esclusivamente di quelle tedesche.
Le versioni che conosciamo noi oggi sono quelle dell’ultima edizione e sono molto diverse dalle precedenti, perché non contengono più i dettagli più cruenti e paurosi: mano a mano che passano gli anni, infatti, i fratelli Grimm identificano sempre più i bambini come il pubblico ideale per queste fiabe.
Ecco alcune delle più celebri appartenenti alla raccolta: Biancaneve, Cappuccetto Rosso, Cenerentola, Hänsel e Gretel, Il lupo e i sette capretti, I musicanti di Brema e Raperonzolo.
Biancaneve è forse la fiaba più nota e amata tra quelle presenti nella raccolta dei fratelli Grimm. La versione che conosciamo oggi è quella della loro ultima raccolta del 1857 ed è molto diversa dalle edizioni precedenti. La matrigna cattiva, per esempio, non era presente nella prima stesura, dove era la madre di Biancaneve a essere gelosa della figlia, fino al punto di volerla morta. Altre differenze riguardano, per esempio, i modi in cui la madre/matrigna cerca di uccidere Biancaneve, anche se il tranello della mela avvelenata è sempre presente.
Molte ricerche sono state fatte dagli studiosi per dare un nome e un volto reali a Biancaneve, rintracciando in qualche fanciulla dalla storia simile colei che ispirò la fiaba nell’immaginario popolare. Queste ricerche hanno trovato delle somiglianze tra la vicenda di Biancaneve e quella di alcune ragazze che, nei secoli precedenti allo sviluppo di questa fiaba, erano state per vari motivi costrette a vivere nascoste nei boschi, o erano state avvelenate, o avevano una matrigna. È quindi probabile che queste storie singolari, sicuramente conosciute e tramandate dalla popolazione, abbiano in parte contribuito allo sviluppo della fiaba di Biancaneve. Anche i personaggi dei nani hanno attinenza con la realtà: essi sono infatti riconducibili alle figure dei minatori che lavoravano nelle cave sotterranee, uomini di bassa statura o addirittura bambini.
In questa fiaba, come in ogni altra della raccolta dei fratelli Grimm,
molte sono le differenze tra la prima versione del 1812 e l’ultima del 1857, tutte volte a rendere il contenuto meno violento e quindi più adatto al pubblico di bambini al quale era ora rivolto. Come in Biancaneve anche in Hänsel e Gretel, per esempio, la madre cattiva della prima versione diventerà matrigna nell’ultima.
La storia di Hänsel e Gretel ha moltissime analogie con Pollicino, la fiaba tradizionale ripresa e rielaborata alla fine del Seicento dal francese Charles Perrault, a testimonianza di come la tradizione fiabistica europea abbia un’origine comune. La narrazione si svolge in maniera identica nelle due fiabe: i bambini sono abbandonati nel bosco da genitori troppo poveri per poterli sfamare; il più giovane dei fratelli salverà l’altro o gli altri grazie alla sua furbizia; il cattivo, strega o orco, è anche cannibale; infine, i bambini protagonisti faranno ritorno a casa con un tesoro per consentire ai genitori di vivere dignitosamente.
Le origini di queste fiabe si riconducono senz’altro al Medioevo, epoca in cui la scarsità di cibo dovuta alle frequenti carestie faceva dell’infanticidio e dell’abbandono dei bambini una pratica a cui talvolta i genitori erano costretti a ricorrere.
In questa fiaba i protagonisti sono quattro animali domestici:
un asino, un cane, un gatto e un gallo, vittime dell’ingratitudine degli umani che vogliono abbandonarli in quanto diventati vecchi e quindi inutili per loro.
I quattro, però, non si danno per vinti e decidono di scappare dai padroni per andare a Brema, una città della Germania, per inseguire il sogno di diventare musicisti. Durante il tragitto i quattro animali si imbattono in una casa, abitata da briganti seduti intorno a una tavola imbandita. Grazie all’astuzia e al gioco di squadra i protagonisti riescono a mettere in fuga i briganti appropriandosi del cibo e della casa, dove vivranno felicemente insieme rinunciando ad andare a Brema.
Questa fiaba è tutta incentrata sul valore dell’amicizia, del coraggio, della forza, del riscatto e sull’importanza della collaborazione.
Ritratto dei fratelli Grimm.
La copertina di una delle prime edizioni di Fiabe del focolare.
Biancaneve e i nani in un'illustrazione di fine Ottocento.
Hänsel e Gretel incontrano la strega, illustrazione di Arthur Rackham.
La statua dedicata alla fiaba I musicanti di Brema nella citta di Brema.